Prima della svolta professionale, in estate producevamo le birre ad alta fermentazione, in inverno quelle a bassa; non avevamo modo di controllare la
temperatura della cantina, quindi questa scelta era obbligata.
Abbiamo deciso di proseguire similmente anche dopo la svolta professionale: ogni stagione una birra che utilizza
ingredienti e tecniche di produzione che permettono la realizzazione, senza inutile dispendio energetico, della birra
appropriata per la stagione imminente. Un buon risparmio sulla bolletta e sulle emissioni: in fondo si è fatto così per
secoli.
Si delineò in questo modo l’aspetto a noi più caro del nascente birrifcio: la birra che entra nei momenti, nelle
stagioni, nelle serate, nello stare in compagnia. La birra è felice quando ha un uso concreto, e fra tutti gli alimenti
essa è forse quella che più risente del clima nel suo utilizzo. Un buon vino è buono sempre, perché il vino rapisce il
mondo per poi restituirlo da una diversa angolazione, ma la birra? La birra disseta, rinfranca, carezza, ma sulla terra
ci lascia; perciò quando fa caldo ha da rinfrescare, quando fa freddo, da scaldare.
E questo è da sempre, non da oggi, pertanto a noi sembra giusto che ogni paese felice abbia il proprio birrifcio a
dare il suo contributo con le birre giuste per ogni stagione.